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Diaz: L’Italia condannata per tortura

Per quanto accaduto nel blitz delle forze dell’ordine alla scuola Diaz dove dormivano i manifestanti anti-G8 di Genova del 2001, l’Italia è stata condannata per tortura. La Corte europea dice a tal proposito: “Deve essere qualificato come tortura”. La condanna anche per la mancanza di legislazione corretta in materia.

La Corte europea dei diritti dell’ uomo ha condannato l’Italia per tortura sulla base del ricorso presentato a Strasburgo da Arnaldo Cestaro, una delle vittime alla conclusione del G8 di Genova. L’uomo afferma che quella notte fu brutalmente picchiato dalle forze dell’ordine tanto da dover essere operato e da subire ancora oggi ripercussioni per alcune delle percosse subite. Cestaro sostiene che le persone colpevoli di quanto ha subito sarebbero dovute essere punite adeguatamente ma che questo non è mai accaduto perché le leggi italiane non prevedono il reato di tortura. Oggi i giudici della Corte europea dei diritti umani gli hanno dato pienamente ragione. Nella sentenza i giudici hanno sostenuto che i responsabili non sono stati puniti a causa dell’inadeguatezza delle leggi italiane. Per di più, la Corte ritiene che la mancanza di determinati reati non permette allo Stato di prevenire  il ripetersi di possibili violenze da parte delle forze dell’ordine.

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Gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante dichiarano: “La notte del 21 luglio del 2001, quando decine di persone inermi furono vittime di torture da parte delle forze di polizia, costituisce uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. Nel 2001 eravamo a Genova con Legambiente, e toccammo con mano un clima e un criterio di gestione dell’ordine pubblico del tutto estraneo allo stato di diritto, e simile piuttosto ad una dittatura da stato sudamericano. La sentenza della Corte di Strasburgo mette nero su bianco ciò che una distorta concezione della ragion di stato ha sempre inteso negare, ovvero che a Genova ci fu un organico disegno repressivo e di tortura, e una catena di comando funzionale a esso. E’ triste che si sia dovuto attendere la sentenza dell’Europa per vedere riconosciuta questa evidente verità. A questo punto la politica italiana per riconquistare in merito dignità e credibilità deve approvare senza più ritardi la legge che introduce il reato di tortura nel nostro ordinamento”.

 

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