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Referendum Costituzionale Dicembre 2016 Opinioni: perché è meglio votare per il Sì e perché per il No

Manca poco, ormai, all’importante appuntamento del referendum costituzionale, un’occasione per qualsivoglia tipologia di elettore propenso a dare il proprio contributo a qualcosa che, in un modo o nell’altro, segnerà i prossimi anni del sistema governativo italiano. In attesa del 4 dicembre 2016, le opinioni al riguardo si moltiplicano, e tra ipotesi di rinvio motivate dal recente disastro che ha sconvolto il Centro Italia (prontamente smentite), e pareri divergenti provenienti dai vari schieramenti politici, il quadro generale appare piuttosto ambiguo. La caccia al consenso, più spietata che mai, non fa altro che creare ulteriore disorientamento, e i danni che ne conseguono potrebbero legittimare un verdetto ben lontano dalle reali intenzioni della maggioranza votante.

Referendum Costituzionale Dicembre 2016, le opinioni del Governo Renzi e delle opposizioni

In un contesto corale in cui tutti esprimono i propri pareri, è necessario soffermarsi sulle osservazioni di maggiore spicco relative al destino del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, in primis quello del premier Matteo Renzi. Nel corso di una conferenza stampa di fine 2015, l’attuale Presidente del Consiglio promise che, qualora avesse vinto vinto il No, si sarebbe dimesso ed avrebbe concluso prematuramente la sua carriera politica; tuttavia, qualche mese fa il capo di governo ha rivisto le sue posizioni ammettendo di voler propendere per una minore personalizzazione della consultazione referendaria dettata dal voto prossimo venturo del 2018. Una scelta supportata anche dal sostegno morale del presidente emerito Giorgio Napolitano, il quale ha sentenziato che le debolezze fatali della storia repubblicana sono stati la poca incidenza dell’esecutivo e la presenza costante del bicameralismo perfetto. Per i comitati a favore del No, caratterizzati in larga parte dai membri delle opposizioni, tutto ciò è inaccettabile, poiché andrebbe a stravolgere i principi della Costituzione italiana dando il là ad una nuova di autoritarismo centralizzato; forti dubbi anche per quello che dovrebbe essere il nuovo rapporto tra Stato e regioni, una soluzione poco incline a risolvere le criticità emerse ai tempi della riforma del 2001.

Referendum del 4 Dicembre 2016, perché è meglio votare per il Sì e perché per il No

Le ragioni per votare  al referendum costituzionale di dicembre sono:

  • addio bicameralismo: si supera il famoso rimbalzo tra Camera e Senato, riducendo di molto le relative tempistiche;
  • con la Camera che è la sola a votare la fiducia del governo, si arriva all’instaurazione di un rapporto pressoché esclusivo con quest’ala del Parlamento;
  • diminuire il numero dei parlamentari e abolire il Cnel produrrà notevoli risparmi;
  • con l’avvento del referendum propositivo, e alle specifiche modifiche sul quorum referendario, la qualità della democrazia tende a migliorare;
  • il Senato farà da sistema compensativo tra governo centrale e poteri locali, diminuendo così gli eventuali contenziosi.

Le ragioni che spiegano perché è meglio votare per il No, invece, sono:

  • è una riforma non legittima poiché realizzata da un Parlamento scelto con una legge elettorale, ossia il Porcellum, dichiarata incostituzionale. Inoltre, anche gli amministratori locali facenti parte dell nuovo Senato godrebbero dell’immunità parlamentare;
  • superando il bicameralismo perfetto, si creerebbero conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato;
  • la riforma rende articolato il processo di messa a punto legislativa: le norme che regolano il nuovo Senato, infatti, darebbero vita ad almeno sette nuovi procedimenti legislativi;
  • i costi della politica non vengono dimezzati: si risparmierà soltanto il 20% delle passività attuali;
  • l’allargamento della partecipazione diretta dei cittadini si tradurrà nell’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (ora ne servono 50mila) per i disegni di legge di matrice popolare;
  • il combinato disposto riforma costituzionale-Italicum centralizza il potere nella mani del governo, di un solo partito e di un solo leader.

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