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Marco Masini, l’artista che si mette in gioco

Marco Masini in un’intervista racconta: “Mi pento poco delle scelte fatte in passato, compresa quella dell’addio alla musica nel 2001, poi riconsiderato. Anche perché il nastro non si può riavvolgere in nessun caso. Ma oggi guardando indietro, penso che avrei potuto spiegarmi meglio nella lavorazione di certi testi, avrei potuto aprire di più il mio modo di comunicare”. Ripercorre gli inizi della carriera negli anni Novanta dicendo: “I Novanta sono stati anni difficili, i giovani morivano di paura, davanti a una società che si sfaldava. Era difficile non gridare quella paura, quella rabbia. Forse avrei potuto trovare risposte più soddisfacenti, linguaggi diversi, dire le stesse cose con parole diverse”.  Fortunatamente il pubblico non l’ha abbandonato e con “L’Uomo Volante” ha vinto nel 2004 al Festival di Sanremo, dove è tornato anche quest’anno per la settima volta e racconta: “Il festival è sempre un’avventura nuova. E’ vero che c’era il mio amico Carlo Conti, ma a spingermi ad andare di nuovo è stata la canzone che avevo. Sapevo che era un pezzo forte, che valeva. E ho avuto ragione: ho saputo reggere il confronto con le nuove generazioni: sono arrivato prima dei Dear Jack. Questo mi fa pensare di aver intrapreso un’evoluzione musicale che va nella direzione giusta. Io sono sempre stato quello della messa in discussione”. Continua dicendo: “I tempi cambiamo, si cresce, si matura, si cantano cose diverse. Si trasforma la fragilità dell’adolescenza in forza anche in necessità di vivere, sfruttando ogni piccolo istante. Mi piace il pop e l’obiettivo e arrivare a fare della buona musica. Ho ripreso a cavalcare un’onda che mi porta al riequilibrio artistico. Non so che direzione prenderà la musica, io però so che devo fare attenzione a dove andrà per esserci. E lavorare è l’unico modo per ottenere il consenso del pubblico. Anche per essere trasmetti in radio. Altri trucchetti sono inutili”.

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La concentrazione di Marco Masini è rivolta interamente al tour. “Il concerto è pensato per essere un viaggio a ritroso nel tempo. Dalle canzoni di oggi a quelle del passato, cercando di capire cosa è successo nel frattempo. Inserirò anche brani meno conosciuti per capire se oggi possono essere ascoltati in maniera diversa dal passato. La difficoltà sarà quella di rendere omogeneo il tutto, senza far apparire gli anni ’90 come preistoria”.

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