Renzi, “Non è il momento per un intervento militare”

Il premier Matteo Renzi è a colloquio nel suo ufficio a Roma  con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il ministro della Difesa Roberta Pinotti per discutere della situazione in Libia. Durante l’incontro, è stato ribadito l’impegno dell’Italia su una forte campagna diplomatica a livello delle Nazioni Unite. Martedì scorso Renzi aveva escluso per il momento la possibilità di condurre l’Italia verso un intervento militare in Libia per scongiurare la minaccia rappresentata dai jihadisti legati all’ISIS che hanno ormai solcato l’altra sponda del Mediterraneo.

“Non è il momento per un intervento militare“, ha detto ieri Renzi in tv su TG COM 24. Sostiene di aver avvisato in tutte le sedi che la situazione in Libia è fuori controllo da tre anni. Il premier non vuole l’intervento militare, ma preferisce aspettare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU prima di prendere qualsiasi decisione. Facendo appello alla comunità internazionale, dice che, se altre nazioni ritenessero opportuno un intervento militare immediato, hanno tutti gli strumenti per intervenire, ma l’Italia per ora non lo farà.

Ma la scorsa settimana, il ministro Gentiloni aveva detto che l’Italia avrebbe potuto partecipare ad un’operazione delle Nazioni Unite in Libia. Ieri, invece, Renzi ha chiamato alla calma dopo la decapitazione di un gruppo di copti egiziani in Libia avvenuto domenica e dopo aver visto le minacce diffuse dall’ISIS per terrorizzare l’Italia minacciandola di essere a sud di Roma. 

In risposta alle tensioni, l’Italia ha chiuso la sua ambasciata in Libia e ieri ha portato via circa 60 italiani. Martedì scorso un membro anziano del gruppo islamico palestinese Hamas, Salah Bardawil, aveva avvertito l’Italia di non intraprendere un intervento militare in Libia, dicendo che questo sarebbe considerato “una nuova crociata contro i paesi arabi e musulmani“.