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Opinioni Referendum Costituzionale 2016: pareri e sondaggi, chi è favorito tra sì e no

Mancano veramente una manciata di giorni al Referendum Costituzionale 2016 e grazie a diversi sondaggi effettuati dalle più note società di statistica italiane possiamo ora avere un’idea chiara di quale sarà l’orientamento del voto, anche se, Stati Uniti insegnano, i sondaggi non sono una scienza precisa e la sorpresa rimane dietro l’angolo.

Risultato Referendum: come voteranno gli italiani

Come sempre gli italiani sono divisi su tutto, e quindi l’oscillazione tra il SI e il NO costituzionale rimane molto piccola, tanto che a oggi è molto difficile prevedere chi possa realmente vincere perché secondo i campioni intervistati il risultato tende minimamente verso il SI, senza poter far pensare a una sua vittoria schiacciante. Vediamo comunque come si orientano al voto i nostri connazionali.

Per il SI voterebbe il 49,50% del campione intervistato, mentre per il no voterebbe il 45,5%, il restante si è mostrato indeciso. Questo perché ormai una bella fetta d’Italia si dimostra ormai non orientata politicamente e soprattutto apatica in senso politico perché delusa dai cattivi governi di qualsiasi colore che hanno fatto disamorare anche chi in passato era stato attivista.

Per quanto riguarda gli orientamenti dei partiti c’è da notare che nessun partito si schiera compatto verso il SI o verso il NO, neanche i 5 Stelle che vedono la vittoria del SI come una catastrofe voteranno compatti in quella direzione, perché secondo il campione intervistata almeno il 20% dei grillini voterà per il SI, a dimostrazione di come il Movimento di Beppe Grillo lasci grande autonomia ai suoi elettori. Stesso discorso si può fare per Forza Italia, dove nonostante il NO del leader Berlusconi circa il 40% dei berlusconiani voterebbe per il SI.

Modifica costituzionale: è il SUD a votare per il NO

Secondo la geografia del voto sul Referendum Costituzionale sarebbe il Centro-Sud a essere più orientato verso il NO, mentre il Nord e il Centro-Nord sarebbe più orientato per il SI, a dimostrazione di come la parte settentrionale della penisola sia molto orientata a sostenere le spese magari in funziona di una più leggera pressione fiscale che possa rilanciare le piccole e medie attività del Nord-Est, da sempre vanto e motore della produzione italiana che sta lentamente scomparendo.

Ciò nonostante non si deve pensare che il Nord sia compatto per il SI, perché questa maggioranza oscilla sempre sul 60%, quindi con un margine d’errore molto elevato che potrebbe cambiare tutto nei seggi evidenziando un risultato analogo a quello delle elezioni statunitensi, dove il voto reale ha totalmente sconfessato i sondaggi effettuati.

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