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Giardiello, strage al Palazzo di Giustizia di Milano

Per richiamare l’attenzione e gridava con la paura negli occhi una giovane avvocatessa che era riuscita a salire due piani di corsa e ad arrivare al piano della Procura: “Un uomo sta sparando al secondo piano, chiudetevi dentro!”. Claudio Giardiello, immobiliarista a processo per bancarotta e poi killer per “vendetta”, ha deciso di spargere nei sette piani del Palazzo di Giustizia di Milano, dove armato di pistola e ha sparato tredici colpi, ammazzando tre persone, tra cui un giudice, e ferendone altre due tra cui suo nipote.

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Dopo una fuga durati quasi un’ora, è stato arrestato a Vimercate (trenta chilometri da Milano). Nessuno degli avvocati, dei magistrati, dei testimoni e dei cancellieri che sono entrati nell’aula della seconda sezione penale al terzo piano avrebbero mai immaginato una strage del genere.  Al Palazzo di Giustizia di Milano le attività si sono interrotte alle 11 di stamattina per commemorare le tre vittime della strage. Giardiello ha esploso 13 colpi seminando la morte al tribunale di Milano, con una pistole che in modo inspiegabile aveva varcato i metal detector. L’uomo che ha aperto il fuoco ha affermato ai carabinieri che lo hanno arrestato: “Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato”. Giardiello ha sparato in aula durante il suo processo uccidendo: Giorgio Erba, Lorenzo Alberto Claris Appiani e il giudice Fernando Ciampi. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha affermato:” Il governo è pronto a riferire in Aula sui fatti di Milano. I sistemi di sicurezza del nostro Paese si poggiano su donne e uomini capaci al limite dell’eroismo, ma il controllo non può permettersi di avere buchi e falle come quelli che ci sono stati nel tribunale di Milano. Bisogna accertare chi, come e perché ha sbagliato. Qualcosa non ha funzionato”.

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