Hanno vinto gli italiani, come sempre. Questo è il verdetto delle elezioni appena terminate, figlie dell’inerzia ormai di lungo corso che annuncia nuove ventate politiche alle porte. Un pò per la crisi, un pò per gli scandali e un pò per quella fisiologica voglia di cambiamento dopo anni di Berlusconi & company, sta di fatto che già da queste “Comunali” si possono trarre alcune conclusioni. Certo, Bologna è sempre stata di sinistra, come Torino del resto, ma Milano rappresenta in tutto questo una vera e propria bussola.
L’ago non pende più a centro destra come prima o quanto meno si registra una inversione di tendenza che certamente dovrà essere poi confermata dalle elezioni vere e proprie a fine legislatura. Per il momento, però, si vanno delineando quelli che potrebbero essere i prossimi possibili scenari.
Grazie a qualche rimpasto di partito, nuove coalizioni e personaggi di rottura alla Grillo, qualcosa si sta muovendo, ma c’è da scommettere che il Presidente del Consiglio non starà li a guardare. Si preannunciano prossime elezioni roventi, in cui speriamo che i risultati facciano davvero ridere gli italiani se non altro come futuri propositi e concreti interventi. Sarebbe ora che invece di farsi la guerra a suon di poltrone si iniziasse a pensare non agli avversari ma ai cittadini.
Questa è stata la grave pecca che ha tolto competitività soprattutto alle sinistre in questi ultimi anni, e della quale ha approfittato il centro destra. Ma a dire la verità anche il PDL sembra sull’orlo di emulare i propri colleghi dell’altra sponda che fra lotte intestine di potere, alleanze estemporanee, poliche soltanto anti Premier, non sono riusciti a dare e darsi credibilità negli ultimi anni. Proprio come ora, dove tra case milionarie comprate a due lire, il braccio di ferro tra Berlusconi e Fini, le “esternazioni” di Bossi e il walzer di escort tra le proprietà del Premier, i cittadini italiani sembrano stanchi. Questo significa che tutto sommato alla fine gli elettori votano sempre il rinnovamento, il cambiamento, quello che appare più concreto e più credibile, se non altro nei progetti. Speriamo che Grillo sia un buon profeta, nel senso che la presenza di un comico come lui, indipendentemente dai successi politici personali, possa annunciare finalmente una nuova Italia sorridente e in palla. Certo, non senza problemi, questa sarebbe un’utopia, ma già mettere la testa fuori dalla crisi sarebbe un bel risultato. Tuttavia, almeno per il momento, il comico genovese rischia più di essere una “mascotte” piuttosto che un vero e proprio concorrente politico; ma pure la Lega all’inizio sembrava ininfluente. Sicuramente Grillo lo preferivamo televisivamente ai tempi di “Te la do io l’America”, ma se un giorno riuscisse a contribuire nel creare un’Italia più trasparente e più onesta dando seguito a quelle lotte ironiche e sarcastiche che hanno caratterizzato la sua recente carriera pre-politica, allora chissenefrega della destra, della sinistra e di tutti gli altri. Sotto questo punto di vista ci aveva visto lungo l’indimenticabile “signor G.” quando si domandava, anzi, ci domandava, cosa è la destra e cosa è la sinistra, ritenendo gli storici orientamenti poltici solo uno specchietto per le allodole, oggi più una mistificazione che una identificazuione. In realtà, basta che si facciano davvero gli interessi degli italiani che dei colori o delle appartenenze non gliene frega più niente a nessuno. Purtroppo, però, non bisogna mai dimenticarsi che l’italia è pur sempre fatta dagli italiani, troppo spesso facinorosi, idealisti e preconcetti.
E allora aveva ragione Massimo D’Azeglio allorchè proclamò, una volta unificata l’Italia ”ora bisogna fare gli Italiani”! Ma a giudicare da come siamo ancora oggi, c’è molto da lavorare e la sensazione è che questi lavori siano un pò come quelli sulla Salerno-Reggio Calabria, non finiranno mai.